Pianificazione successoria: che cos'è e perché è importante

La pianificazione successoria è il percorso attraverso il quale un soggetto programma il trasferimento del proprio patrimonio.

Cosa è la pianificazione successoria? Quando è necessaria? Che benefici porta?

La pianificazione successoria è il percorso attraverso il quale un soggetto programma il trasferimento del proprio patrimonio.

Il tema della pianificazione successoria è spesso ignorato o rinviato per ragioni di scarsa informazione o per motivi di carattere psicologico (sono argomenti non facili da trattare), tuttavia è una tematica fondamentale da affrontare sia per ragioni familiari (ad esempio evitare che il patrimonio sia fonte di dissidi familiari in fase di successione), che per ragioni giuridiche (ad esempio la consapevolezza di poter destinare una parte del patrimonio a soggetti che non siano eredi legittimi), o ancora per ragioni fiscali (trovare la soluzione che consenta un’ottimizzazione fiscale).

È possibile disporre liberamente del proprio patrimonio nell’ambito della pianificazione successoria?

La normativa italiana non consente di disporre liberamente della totalità del proprio patrimonio. Esistono, infatti, dei vincoli imposti dalla legge quindi un soggetto può disporre liberamente solo di una parte del proprio patrimonio. In particolare, il legislatore ha individuato dei soggetti che per legge devono essere destinatari di una quota dell’eredità di una determinata persona.

Questi soggetti, detti legittimari, sono il coniuge, i figli e gli ascendenti (in assenza di figli). La parte del patrimonio ad essi destinata per legge è definita “legittima”, mentre la parte del patrimonio che un soggetto può liberamente destinare a propria discrezione è detta “disponibile”.

La norma stabilisce esattamente l’ammontare della quota legittima e della quota disponibile a seconda delle diverse casistiche. Ad esempio, in presenza di coniuge e due o più figli, al coniuge spetta una quota legittima pari a ¼ del patrimonio della persona defunta, ai figli è riconosciuta una quota legittima di 2/4 e 1/4 è la c.d. quota disponibile.

Quali imposte devono pagare gli eredi in caso di successione?

In caso di successione gli eredi devono pagare le imposte di successione. Le aliquote previste dalla vigente normativa italiana risultano particolarmente vantaggiose, rispetto a quelle in essere negli altri principali Paesi occidentali, al punto di identificare l’Italia come un paradiso fiscale per tale tipologia di imposta. Le aliquote, infatti, sono determinate in funzione del rapporto di parentela tra erede e de cuius (deceduto). In particolare, vengono applicate le aliquote:

  • del 4%, per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto eccedente per ciascun beneficiario la quota di 1 milione €;
  • del 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle, eccedenti per ciascun beneficiario 100.000 €;
  • del 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, senza applicazione di alcuna franchigia;
  • dell’8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti, senza applicazione di alcuna franchigia.

Gli strumenti utilizzabili nell’ambito di una pianificazione successoria

La legge ha previsto diversi strumenti che permettono di gestire al meglio la pianificazione successoria.

La Holding come strumento di pianificazione successoria

Tra gli strumenti che possono agevolare il passaggio generazionale delle imprese è da annoverare la holding, ovvero quella società che detiene assets, generalmente rappresentati da partecipazioni in altre società e/o immobili.

Questo strumento consente all’imprenditore di perseguire la tutela di parte del patrimonio aziendale facendo fuoriuscire dalla società operativa, che tipicamente è maggiormente soggetta al rischio di impresa alcuni assets e lasciando nella società industriale o commerciale solamente gli assets operativi.

Un altro importante vantaggio della holding è che la gestione degli equilibri familiari e dei conflitti tra i soci si ha a livello di holding riducendo quindi il rischio di effetti negativi sulla gestione delle società operative.

Gli eredi, per esempio, essendo soci della holding e non direttamente delle società operative, non possono esercitare iniziative che potrebbero avere conseguenze dirette sull'operatività di queste ultime (quali impugnazioni di delibere dell'Assemblea o del consiglio di amministrazione, proposte di azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori).

Trust: strumento di difesa patrimoniale. Come funziona?

Il trust è un istituto di origine anglosassone, il cui utilizzo nel nostro Paese risale al 1992. Per effetto della stipula di un atto tra vivi o di un testamento, un soggetto, detto “Disponente”, trasferisce ad un altro soggetto, il “Trustee”, beni o diritti di sua proprietà - costituendi il c.d. “Fondo in Trust” - con l’obbligo di gestirli nell’interesse di uno o più soggetti detti “Beneficiari” oppure di raggiungere un determinato scopo, sotto la vigilanza del c.d. “Guardiano” e nel rispetto delle disposizioni previste dall’atto istitutivo di trust.

Il trust è uno strumento giuridico dinamico che può essere utilizzato per:

  • per la tutela di soggetti deboli, compreso gli anziani senza eredi;
  • per la pianificazione del passaggio generazionale, sia in ambito aziendale, assicurando continuità di gestione nell’impresa, sia in riferimento al patrimonio di famiglia (e.g. la protezione e l’amministrazione di collezioni d’arte);
  • per il raggiungimento di un determinato scopo (e.g. i trust c.d. “liquidatori” o i trust aventi scopi caritatevoli);
  • per la gestione del conflitto di interessi per i soggetti che ricoprono cariche pubbliche (e.g. i c.d. blind trust).

La donazione di nuda proprietà con usufrutto per la pianificazione successoria

La donazione della nuda proprietà di quote di S.r.l./azioni di S.p.a. o di immobili può essere un valido strumento nell’ambito del passaggio generazionale.

L’usufrutto è un diritto reale che attribuisce ad un soggetto (detto usufruttuario) il diritto di godere di una cosa che appartiene ad un’altra persona (nudo proprietario) e può durare fino alla morte dell’usufruttuario, se costituito a favore di una persona fisica. L’estinzione dell’usufrutto comporta l’automatica ricomposizione, in capo al nudo proprietario, del pieno ed esclusivo diritto di godere e disporre del bene prima oggetto di usufrutto.

Il classico esempio è quello di due genitori proprietari di diverse unità immobiliari che donano la nuda proprietà di detti immobili ai propri figli suddividendoli tra loro, ovvero stabilendo lo specifico beneficiario di ciascuna donazione. I genitori, in quanto usufruttuari, avranno il diritto di utilizzare tali immobili per tutta la loro vita, con la certezza che, alla loro dipartita, gli immobili diverranno automaticamente di piena proprietà di ciascun figlio a cui avevano in precedenza donato la nuda proprietà.

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